Bacchetta magica
Lo scheletro è la nostra struttura e il nostro spazio, è un “solido terreno interiore” su cui fare affidamento: ci sostiene (valore/disvalore di noi stessi), ci protegge (difesa/aggressione dal mondo esterno), ci permette l’azione (trattenere/allontanare) e il movimento (correre/fuggire). Se associamo lo scheletro alla struttura dell’Io notiamo delle analogie, con il rapporto che abbiamo con noi stessi e con l’ambiente che ci circonda.
Sin dall’antichità la colonna vertebrale venne associata alla simbologia dell’Albero in cui scorre la linfa vitale. Anche il corpo dell’uomo viene descritto nei testi sacri come un Albero, e nel tronco, che ne è la parte mediana che unisce il cielo alla terra e i pensieri all’azione, si trova la Colonna Vertebrale, la “bacchetta magica” del nostro “organismo biosimbolico”,[1] strumento trasmutatorio in cui scorre la linfa vitale dell’essere umano: il midollo spinale,[2] il cui flusso è fonte di pienezza e vitalità. Lungo questo canale si conciliano le antinomie, si oltrepassa il paradosso, ogni tappa è una conquista interiore, equilibrio, centro, energia pura non sottomessa ai contrasti, ogni porta è vitalità che cresce, benessere, intelligenza che si lascia penetrare e che rende di nuovo all’uomo la sua vera natura universale e divina. Dall’albero della vita nelle Sefirot, all’energia del tao, che attraversa i meridiani, o alla kundalini e ai chakra nella tradizione indiana, la colonna vertebrale si conferma come il luogo dove la forza vitale si concentra e si distribuisce nel corpo, in uno scambio continuo tra uomo e cosmo. Nell’embriogenesi, intorno alla seconda settimana di gestazione, si forma la “linea primitiva”, ricordo filogenetico, dove la colonna ossea ha sostituito quella cartilaginea delle forme di vita precedenti. Successivamente nasceranno due catene di “somiti” ai lati del “canale neurale” e, l’unione precisa di ciascuna coppia di questi, darà vita alla nostra colonna vertebrale. Attorno alla colonna si organizzano gli altri tessuti, i vasi, gli organi e gli arti, e al suo interno il tessuto nervoso, che controlla e regola le nostre funzioni insieme al cervello. I nervi, che prendono forma dalla colonna, regolano il funzionamento neurofisiologico dei muscoli e degli organi, tanto quanto il cervello. Questo ci spiega come, attraverso la stimolazione vertebrale (con aghi, manipolazioni, pressioni ecc.), si produca un effetto anche sulle funzioni viscerali e su altre parti del corpo. Già la sua struttura formata da trentatré vertebre, supportate da un sistema di muscoli e legamenti, simboleggia flessibilità e stabilità ed è quindi inevitabile che ogni tipo di squilibrio, di disagio o di stress abbia una sua risonanza lungo l’asse della colonna e, di conseguenza, ogni patologia della colonna vertebrale ci dà un preciso messaggio. Oggi, molti studi, hanno dimostrato che modificazioni meccaniche del citoscheletro della cellula influenzano la chimica cellulare. Il bilanciamento posturale, il riequilibrio della colonna, non agisce solo migliorando la posizione ed il funzionamento dei muscoli, vasi e organi, ma anche sulla pelle, sulle ossa, e l’insieme delle fasce che avvolgono le più piccole strutture del corpo.
Dalla Risposta al Simbolo
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[1] Nelle scienze biologiche per “organismo” si intende un essere vivente, animale o vegetale, costituito da un insieme di organi funzionali interagenti al mantenimento della vita. Nell’approccio biosimbolico questa “relazione” tra gli organi è intesa non solo come connessione delle parti in un tutto organizzato finalisticamente, ma come unità inscindibile tra il “corpo organico” (ὀργανικὸν σῶμα; corpus organicum) biologico alla sostanza e alla forza del “corpus spirituale”.
[2] Le ultime diramazioni del midollo spinale si trovano a livello delle vertebre lombari per perdersi definitivamente nella regione sacrale coccigea.