Costruire la Pace, esprimere la Vita
Quest'anno che sta per finire abbiamo sentito parlare molto di pace. Ma come ne parliamo? La Pace non è un esercizio intellettuale da tirare fuori quando, compunti, ci accorgiamo che, a migliaia di km lontano da noi, qualcuno la “pace” non ce l’ha. La pace è un elemento dell’essere, come bere, mangiare, respirare. È un qualcosa di cui l’essere umano non può e non deve fare a meno, perché senza di essa il “sistema persona” non funziona a dovere.
Eppure.
Ci ritroviamo solo e sempre a parlare di pace quando qualcuno, al di fuori di noi ne è privo, pensando che essa sia possibile solo nel momento in cui cessano i conflitti. In realtà la pace si forma (e informa la realtà) quando ogni singola persona, elemento di un sistema complesso ancora più vasto, se ne fa portavoce e artefice nel proprio quotidiano, non solo pensandola, ma agendola nel profondo.
Spesso i guru del benessere ci “insegnano” che la pace interiore inizia quando impediamo agli altri di manipolarci o gestirci o di vivere sulla base di credenze ed esigenze esterne a noi. Ma, come per ogni cosa che ci accade, siamo noi a gestire la nostra realtà e a definire il nostro ambito di pace e “i terzi” non sono alto che strumenti al servizio della nostra personale guerra interiore.
Ma come farsi allora portatori sani di pace? C’è un modo per riscoprirla come imprescindibile elemento interiore dell’essere?
Purtroppo, non c’è una ricetta assoluta, la realtà si realizza in base alla osservazione che facciamo di essa e di noi stessi all’interno di essa. Ma forse ci sono delle piccole coordinate che ci possono aiutare ad orientarci nel ritrovare il nostro sentiero interiore di pace:
1. Abbandonare le aspettative sulle persone e sulle cose. Il nostro mondo non è disegnato dagli altri, ma da noi
2. Smettere di “lottare” con qualsiasi cosa: dalla macchina che non parte, all’accendino che ha finito il gas, fino ad arrivare al vicino che fa rumore o al capoufficio pretenzioso.
3. Guardare alle difficoltà della vita, anche quelle più piccole, trovando in esse sempre una soluzione o un beneficio.
4. Accettare i propri limiti senza tentare di modificare noi stessi e facendo lo stesso con chi ci sta intorno
5. Scoprire che c’è ancora bellezza in qualsiasi cosa e cercare di conservarla e custodirla
6. Accettare che la distanza di pensiero e di vedute è una ricchezza e non un limite
7. Comunicare con gentilezza, sintonizzandosi sulla intenzione interna dell’altra persona, pensando che non ci sta ostacolando, ma che semplicemente sta cercando di manifestarla.
Le azioni che abbiamo descritto sembrano cose banali e ovvie ma non è così: se ci riflettiamo un attimo quasi mai si riesce a praticarle nella propria quotidianità.
Se dentro di noi c’è rabbia, risentimento o se pensiamo che ogni cosa ci sia dovuta, anche quando non manifestiamo aggressività, la nostra vibrazione parla per noi e si propaga con i cerchi nell’acqua quando tiriamo il sasso in uno stagno.
Cosa significa questo (direbbe qualcuno) che dobbiamo diventare tutti perfetti e non arrabbiarci mai per costruire un mondo ideale? Assolutamente no. Non siamo bionici e l’essere umano, da sempre, progredisce e cresce soprattutto attraverso i suoi momenti di “crisi”. Ma una crisi costruttiva e non distruttiva, una crisi che guarda alla soluzione e non alla disperazione senza via di uscita.
Ogni cosa avviene nel micro, come nel macrocosmo. L’umanità ha una coscienza collettiva forte, che, se nutrita nel giusto modo, potrebbe davvero cambiare il corso della realtà. Ma perché questo possa accadere è necessario che ogni elemento di questa grande coscienza collettiva, faccia sua, in ogni momento della propria vita quotidiana, questo esercizio di riappropriazione della propria “pace” come elemento imprescindibile dell’essere.
Afferma Annick de Souzenelle: “Ogni elemento del corpo è il corpo intero. E quando si colpisce una cellula, si colpisce il corpo intero, e quando si colpisce un uomo, si colpisce l’umanità intera. Prendendo spunto da questa bellissima frase, a conclusione di questa riflessione, mi piace riscriverla in questo modo: “Ogni movimento interiore di pace è la pace intera. E quando si costruisce la pace nel quotidiano, si costruisce la pace intera. E quando ogni singolo diventa persona di pace, l’umanità intera diventa PACE.”
Vi auguro un 2024 colmo di gioia e pace
Nell'immagine: Una vita nelle mani, Daniela Prezioso Einwaller - Acrilico, Olio su Tela
Eppure.
Ci ritroviamo solo e sempre a parlare di pace quando qualcuno, al di fuori di noi ne è privo, pensando che essa sia possibile solo nel momento in cui cessano i conflitti. In realtà la pace si forma (e informa la realtà) quando ogni singola persona, elemento di un sistema complesso ancora più vasto, se ne fa portavoce e artefice nel proprio quotidiano, non solo pensandola, ma agendola nel profondo.
Spesso i guru del benessere ci “insegnano” che la pace interiore inizia quando impediamo agli altri di manipolarci o gestirci o di vivere sulla base di credenze ed esigenze esterne a noi. Ma, come per ogni cosa che ci accade, siamo noi a gestire la nostra realtà e a definire il nostro ambito di pace e “i terzi” non sono alto che strumenti al servizio della nostra personale guerra interiore.
Ma come farsi allora portatori sani di pace? C’è un modo per riscoprirla come imprescindibile elemento interiore dell’essere?
Purtroppo, non c’è una ricetta assoluta, la realtà si realizza in base alla osservazione che facciamo di essa e di noi stessi all’interno di essa. Ma forse ci sono delle piccole coordinate che ci possono aiutare ad orientarci nel ritrovare il nostro sentiero interiore di pace:
1. Abbandonare le aspettative sulle persone e sulle cose. Il nostro mondo non è disegnato dagli altri, ma da noi
2. Smettere di “lottare” con qualsiasi cosa: dalla macchina che non parte, all’accendino che ha finito il gas, fino ad arrivare al vicino che fa rumore o al capoufficio pretenzioso.
3. Guardare alle difficoltà della vita, anche quelle più piccole, trovando in esse sempre una soluzione o un beneficio.
4. Accettare i propri limiti senza tentare di modificare noi stessi e facendo lo stesso con chi ci sta intorno
5. Scoprire che c’è ancora bellezza in qualsiasi cosa e cercare di conservarla e custodirla
6. Accettare che la distanza di pensiero e di vedute è una ricchezza e non un limite
7. Comunicare con gentilezza, sintonizzandosi sulla intenzione interna dell’altra persona, pensando che non ci sta ostacolando, ma che semplicemente sta cercando di manifestarla.
Le azioni che abbiamo descritto sembrano cose banali e ovvie ma non è così: se ci riflettiamo un attimo quasi mai si riesce a praticarle nella propria quotidianità.
Se dentro di noi c’è rabbia, risentimento o se pensiamo che ogni cosa ci sia dovuta, anche quando non manifestiamo aggressività, la nostra vibrazione parla per noi e si propaga con i cerchi nell’acqua quando tiriamo il sasso in uno stagno.
Cosa significa questo (direbbe qualcuno) che dobbiamo diventare tutti perfetti e non arrabbiarci mai per costruire un mondo ideale? Assolutamente no. Non siamo bionici e l’essere umano, da sempre, progredisce e cresce soprattutto attraverso i suoi momenti di “crisi”. Ma una crisi costruttiva e non distruttiva, una crisi che guarda alla soluzione e non alla disperazione senza via di uscita.
Ogni cosa avviene nel micro, come nel macrocosmo. L’umanità ha una coscienza collettiva forte, che, se nutrita nel giusto modo, potrebbe davvero cambiare il corso della realtà. Ma perché questo possa accadere è necessario che ogni elemento di questa grande coscienza collettiva, faccia sua, in ogni momento della propria vita quotidiana, questo esercizio di riappropriazione della propria “pace” come elemento imprescindibile dell’essere.
Afferma Annick de Souzenelle: “Ogni elemento del corpo è il corpo intero. E quando si colpisce una cellula, si colpisce il corpo intero, e quando si colpisce un uomo, si colpisce l’umanità intera. Prendendo spunto da questa bellissima frase, a conclusione di questa riflessione, mi piace riscriverla in questo modo: “Ogni movimento interiore di pace è la pace intera. E quando si costruisce la pace nel quotidiano, si costruisce la pace intera. E quando ogni singolo diventa persona di pace, l’umanità intera diventa PACE.”
Vi auguro un 2024 colmo di gioia e pace
Nell'immagine: Una vita nelle mani, Daniela Prezioso Einwaller - Acrilico, Olio su Tela