Samhain

Ho letto poco fa il post di una persona che invitava a non lasciarsi ingabbiare da modelli e stereotipi (d'accordissimo), relativamente alla festa di Halloween. Nel post però questa persona faceva un pò di "mischia mischia" ???? come si dice a Roma, inserendo anche Samhain nella sua lista delle "stereotipie".

Ora, fermo restando che anche certe derive "neopagane" sono diventate esse stesse delle stereotipie di una certa moda spirituale, da studiosa dei simboli non posso non dire a questa persona che Samhain è tutta altra roba e riguardo a questo argomento è stato scritto tutto e il contrario di tutto e non sempre in modo preciso.

Il termine Samhain deriva dal gaelico samhuinn e significa, fine dell'estate. Sta ad indicare, quindi, un rito di passaggio e come tutti i riti di passaggio (soprattutto stagionali) hanno una notevole ricaduta dal punto di vista energetico/simbolico e quindi, di conseguenza, investono tutta la realtà (materiale, biologica, emotiva e spirituale).

I Celti (dai quali la festa ha origine) erano un popolo di pastori, i cui ritmi della vita erano scanditi dai tempi del bestiame. Samhain era in realtà un tempo grosso modo corrispondente al nostro novembre, non quindi, un giorno specifico sul calendario e in modo particolare questo tempo stabiliva l'inizio di un nuovo “anno”. Terminata infatti la stagione estiva, si riportavano a valle le greggi per "chiuderle" dei recinti e nelle stalle e i pastori, esattamente come il loro bestiame, si chiudevano in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Prima di fare questo, però, festeggiavano quello che per loro era (appunto) il “capodanno”.

In questo tempo di Shamain veniva identificato un giorno specifico, che veniva chiamato Oiché Shamhna (letteralmente, “la notte di Samhain”) durante il quale si festeggiava il ceann féile , cioè una delle più importanti festività del calendario. E poiché i Celti avevano l’abitudine di far iniziare la nuova giornata al tramonto del sole (e non alle prime luci dell’alba), i festeggiamenti iniziavano in quella che noi oggi contestualizziamo nella notte del 31 ottobre e che loro invece consideravano le prime ore del 1° Novembre.

Cosa si festeggiava esattamente? Essenzialmente questa in festività si celebrava:

  • Il Ringraziamento alla Natura per la sua generosità.
  • L’ accoglienza delle "tenebre" dell'inverno, come beneficio e sosta per preparare il nuovo anno a venire.
  • La celebrazione alla morte come vita che in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, riposano i morti.

Da qui nasce l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. Secondo alcuni studiosi nella percezione delle popolazioni celtiche si trattava di un “tempo fuori dal tempo” un tempo di mezzo: non più il tempo della gioia dell’estate, ma non ancora il tempo dell’angoscia del ghiaccio invernale. Un tempo nel quale poteva accadere qualcosa al di fuori dell’ordinario. Per questo motivo i Celti credevano che durante la festa di Samhain le leggi del tempo e dello spazio si dissolvessero creando una porta tra il Tir nan Oge (la Landa della Eterna Giovinezza, dove risiedevano le anime) e il mondo dei viventi e che, attraversando questa porta, soltanto per quella notte gli spiriti potessero ritornare per breve tempo sulla Terra.

Samhain era quindi una celebrazione che conciliava gli opposti: la paura della morte e l’allegria dei festeggiamenti. In Irlanda poi si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi. Da qui l'origine di "dolcetto o scherzetto" nella tradizione successiva.

Quali riferimenti simbolici possiamo quindi trarre dalla antica tradizione di questa festa? La sua valenza è molto importante, perché mostra la necessità della connessione con il mondo dell'Oltre. Un mondo che non rappresenta solo "il mondo dei morti", ma una dimensione spirituale importante: quella della memoria, delle radici e della propria identità. È una sorta di avvio di un anno “iniziatico”, di interconnessione con la propria interiorità, la propria identità individuale più autentica e profonda, che attinga in modo sano alle proprie memorie transgenerazionali e le rilegga in una prospettiva di guarigione interiore.

Buon Samhain quindi, come elemento di trasformazione, che anno dopo anno, ritroviamo in questo tempo autunnale, in questa stagione di quiete, riflessione e silenzio della mente per ascoltare il cuore.

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